Per i viaggiatori curiosi, ho raccolto una breve selezione di fatti singolari, personaggi pittoreschi e luoghi speciali della capitale inglese.
La forza di polizia più piccola del mondo
La più nota galleria di negozi di Londra è la lussuosa Burlington Arcade a Piccadilly. Sede di gioiellerie, eleganti boutique e raffinate pasticcerie è ancora oggi una meta per lo shopping più esclusivo.
L’Arcade venne fatta costruire nel 1819 da Lord George Cavendish per garantire a sua moglie uno shopping confortevole. In questo modo la signora poteva fare acquisti nei suoi negozi preferiti, riparata dalle intemperie, dallo sporco e dal crimine delle strade di Londra.
Nella galleria, oggi, hanno sede prestigiose boutique ospitate in locali che mantengono molti dei dettagli originali. Ma, ciò che rende questo luogo unico, è la presenza dei Burlington Beadles: la forza di polizia più antica e più piccola del mondo. Originariamente istituito per proteggere i clienti della galleria dai borseggiatori, questo Corpo di Polizia continua, dopo 200 anni, a vigilare all’ingresso del portico. Facilmente riconoscibili, i Beadles indossano con orgoglio la loro divisa vittoriana e i cappelli con le decorazioni dorate (realizzati su misura per loro dal sarto dei gentleman Henry Poole & Co. di Savile Row ).
I Beadles hanno il compito di far rispettare le regole originali istituite nel diciannovesimo secolo e tutt’ora in vigore nella galleria; è vietato correre, non si può utilizzare la bicicletta, non si possono aprire gli ombrelli ed è vietato cantare e fischiare. Benché quest’ultimo divieto possa sembrare eccessivamente severo, in realtà ha una fondata ragione storica; i fischi tradizionalmente venivano utilizzati da complici e prostitute per avvisare i loro compari borseggiatori dell’arrivo della polizia.
A proposito di fatti curiosi…
A metà del diciannovesimo secolo, se vi foste trovati a passeggiare lungo la Burlington Arcade, al n° 26-28 avreste trovato il negozio di cappelli, specializzato in moda parigina, gestito dalla rispettabile Madam Parsons. In realtà il negozio non era altro che una discreta facciata per un sontuoso bordello. Ma la cosa più bizzarra emerse dopo la morte di Madam Parsons, quando si scoprì che Madam era in realta … un Monsieur!
La statua del gatto che mangiava ostriche
Samuel Johnson è stato un critico letterario, poeta, saggista, biografo e lessicografo. E noto in particolare per il suo Dictionary of the English Language pubblicato nel 1755; quest’opera ha avuto un influsso di vasta portata sulla lingua inglese moderna; per oltre 150 anni fu considerato “IL” dizionario britannico. La casa dove Johnson ha abitato, al numero 17 di Gough Square, è ora diventata un museo che celebra le sua opera.
Ed è in questa piccola ed intima piazzetta nel centro di Londra che è stata collocata la statua di Hodge, l’amatissimo felino di Johnson. Si racconta che lo scrittore andasse personalmente a comprare le ostriche destinate al suo gatto. Voleva infatti evitare che i domestici, infastiditi per tale incombenza, se la prendessero poi con l’amato gattino. Non bisogna però stupirsi troppo per la scelta delle ostriche come cibo per il gatto; a quei tempi non erano affatto considerate un cibo elitario, al contrario, estremamente economiche, rappresentavano un alimento abituale per tutte le classi sociali, anche le più povere.
La statua in bronzo immortala Hodge seduto sul dizionario di Johnson, vicino ad un paio di gusci di ostriche vuoti. Sul piccolo monumento si legge: “A very fine cat indeed “(Un gatto davvero molto raffinato)” .
La “mummia” del filosofo (Auto-Icon)
Nella lunga lista di eccentrici personaggi che hanno vissuto in questa cittaà si può ben dire che Jeremy Bentham si è guadagnato un posto di rilievo.
Se vi dovesse capitare di visitare l’ala Sud dell’Università di Londra (è aperta al pubblico) vedrete una grande bacheca contenente uno scheletro: impagliato, vestito elegantemente e sormontato da una testa di cera!
Ma come è finito lì questa stravagante ibrido di mummia?
Bentham, professore di filosofia e riformatore, alla sua morte, avvenuta nel 1832, decise di donare i suoi organi alla scienza. A quell’epoca era una scelta già di per sè singolare, infatti solo i corpi dei criminali erano disponibili per la ricerca scientifica. Ma il filosofo fece anche un’altra richiesta ancora più singolare. Volle che il suo scheletro e la testa venissero utilizzati per creare l’Auto-Icon (come lui stesso definí questa macabra creazione).
Sfortunatamente quando arrivò il momento, il processo di essiccazione della testa, col metodo praticato dai Maori della Nuova Zelanda, andò disastrosamente male. La testa originale dovette essere quindi sostituita con una testa di cera. La vera testa venne posata sul pavimento tra le gambe di Bentham stesso.
Nel 1975 accadde un curioso incidente. Un gruppo di studenti del King’s College, la cui rivalità con la UCL è ben nota, sequestrarono il cimelio. Richiesero un riscatto di 100 sterline (rinegoziato poi a 10 sterline) al pagamento delle quali la testa venne restituita. Le sterline vennero donate ad un ente benefico, ma da allora la testa viene conservata al sicuro.
Girano voci (ovviamente smentite dall’Università) che l’Auto Icon venga regolarmente portato ad assistere al Consiglio di Collegio e che la sua presenza viene ricordata con le seguenti parole: “Jeremy Bentham: presente ma non votante”.
Ma perché Bentham fece una scelta cosí peculiare?
La risposta definitiva probabilmente non la sapremo mai, ma riporto qui l’interessante commento dell’Università:
“Molte persone hanno speculato sul motivo per cui Bentham ha scelto di mantenere il suo corpo in questo modo; con spiegazioni che vanno da uno scherzo a spese dei posteri, un desiderio di ispirare gli altri a seguire il suo esempio di donare i loro corpi per far progredire la scienza medica, ad un senso di arrogante auto-importanza. Forse l’Auto-Icon può essere considerata più plausibilmente come un tentativo di mettere in discussione la sensibilità religiosa sulla vita e la morte. Eppure, a prescindere dalle vere motivazioni di Bentham, l’Auto-icon sarà sempre fonte di fascino e di dibattito e servirà come promemoria perpetuo dell’uomo i cui ideali hanno ispirato l’istituzione in cui si trova.”
La prima cabina telefonica rossa (Kiosk K2)
Oggigiorno rimangono solo 200 esemplari di K2 sulle strade britanniche. Il K2 è il primo modello di cabina telefonica rossa della Gran Bretagna ed oggi è sotto la tutela dell’English Heritage. Il modello precedente (il K1) non era piaciuto agli inglesi e quasi immediatamente rimpiazzato. Progettato dall’architetto britannico Sir Giles Gilbert Scott, il K2 fu introdotto nel 1926 e nei nove anni successivi furono installati circa 1700 esemplari principalmente a Londra.
La produzione del K2 però si rivelò estremamente costosa e per questo nel 1929 venne chiesto a Scott di progettare un altro modello, più economico, il K3. Il K2 piu costoso venne quindi riservato alla città di Londra mentre nel resto della Nazione furono installati circa 12.000 esemplari di K3 (caratterizzati da un design più semplice e meno classicheggiante). Nonostante l’alto numero prodotto, oggi i chioschi K3 sono estremamente rari.
A Londra è possibile ammirare il modello originale del K2 (costruito in legno) con cui Scott vinse la competizione indetta dal General Post Office. Benche’ si trovi nel pieno centro di Londra, raramente i turisti lo notano in quanto seminascosto sotto l’arco di entrata della Royal Art Academy.
L’ultimo duello
Pickering Place è un piccolo cortile che vanta il titolo di più piccola piazza della Gran Bretagna. Qui fino al 1845 si trovava la sede dell’ambasciata Texana quando il paese era ancora indipendente (prima dell’unione con gli Stati Uniti d’America).
La posizione piuttosto appartata del cortile, lontana da occhi indiscreti, è considerata il motivo per cui era un luogo popolare per bische clandestine e duelli.
In effetti è piuttosto difficile da trovare. L’accesso avviene attraverso una stretta galleria con le pareti in pannelli di quercia, il cui ingresso si trova accanto al negozio di Berry Brothers & Rudd (i più antichi mercanti di vino di Londra).
Questo è presumibilmente il luogo dell’ultimo duello pubblico a Londra. La veridicità di tale affermazione è però dibattuta; non da ultimo perché l’enorme meridiana nel mezzo del cortile potrebbe essersi rivelata piuttosto ingombrante mentre si cercava di non farsi infilzare dalla spada dell’avversario…
Se siete curiosi di vedere questo angolino appartato, vi consiglio di andare al calar della sera. Avrete così l’occasione di per sperimentare l’atmosfera della piazzetta illuminata dalle luci a gas vittoriane. Questo è infatti uno dei rari luoghi di Londra che ancora oggi sono illuminati con le originali lampade a gas. (Aggiornamento: a gennaio 2022 le storiche lampade a gas di Pickering Place sono state sostituite da repliche a luce LED. Il Council è stato molto criticato per la rimozione di questi caratteristici pezzi di storia e si spera che dismetterà i suoi piani di eliminazione delle restanti sopravvissute lampade a gas di Londra, che al momento sono meno di 300).
Che Bell articolo!! È sempre delizioso leggere tutte queste curiosità… aspetto sempre di scoprire quale sarà il prossimo argomento!!!’
Grazie 😊
Mannaggia, avrei dovuto scoprire il tuo articolo prima di vistare Londra lo scorso Dicembre 😀 E’ una citta’ che mi e’ entrata nel cuore e una tra le poche che tornerei a visitare, non finisce mai di sorprendere!
Beh vedi il lato positivo Giorgia, hai una buona scusa per tornarci presto 😉