Ho visitato il Museum of the Home di Londra per la prima volta cinque anni fa, quando ancora si chiamava Geffrye Museum. A quei tempi era un piacevole piccolo museo, che esponeva una limitata collezione di stanze. Recentemente ho avuto l’occasione di tornarci e devo dire che ci sono stati parecchi cambiamenti.
Il museo ha infatti riaperto le sue porte al pubblico dopo ad una ristrutturazione durata quasi tre anni e costata milioni di sterline.
Il tema del museo rimane lo stesso: la storia degli interni domestici nel corso dei secoli. Si trova ancora all’interno dello stesso splendido edificio, l’antico ospizio di carità nell’East London, ma la superficie espositiva è ora raddoppiata, grazie al restauro del seminterrato e alla riorganizzazione degli spazi interni.
Il museo offre uno spaccato unico ed intrigante sulle case degli Inglesi. Uno degli aspetti interessanti sta nel fatto che il focus dell’intera esposizione è concentrato sulla cosiddetta middle class: quindi su famiglie abbastanza agiate da potersi permettere alcuni comfort, ma nè nobili nè particolarmente ricche. Attraverso un viaggio temporale lungo gli ambienti della casa viene raccontata la storia della vita domestica in Inghilterra e l’evoluzione del design applicato agli spazi abitativi.
La visita al Museum of the Home
Il museo è stato istituito nel 1914 all’interno di un edificio che precedentemente era stato utilizzato come ospizio di carità per le vedove dei fabbri.
In seguito alla ristrutturazione l’ingresso principale è stato spostato sul retro, proprio di fronte alla fermata della metro e con diretto accesso al cafè a alla hall centrale.
Il piano inferiore, aperto per la prima volta al pubblico, è ora occupato dalle Home Galleries da cui comicia la visita.
Al piano superiore, c’è la parte più apprezzata dai visitatori, la sfilata delle Rooms Through Time. Ce ne sono dieci in tutto, perfettamente riscostruite sulla base di fotografie o di case reali, con oggetti originali. Coprono quasi 400 anni di vita domestica.
Mentre passeggerete lungo questo percorso temporale, sarete catapultati da una sala del periodo Tudor apparecchiata con semplici stoviglie in peltro, ad un salotto nel 1870 completo di lampade a gas e pronto per una seduta spiritica; fino a un salottino per signore con un lavoro di ricamo ancora da finire. È bello lasciarsi trasportare da queste atmosfere e ammirarne i piccoli dettagli. Le schede descrittive a disposizione dei visitatori (che vi consiglio di leggere) offrono tante curiosità interessanti.
I giardini
La visita continua all’esterno. Qui sono stati ricreati dei piccoli giardini tipici delle diverse epoche, i Gardens through Times.
Potrete passeggiare in un giardino delle erbe del periodo medievale pieno di piante medicinali e commestibili, e poi, con pochi passi, vi ritroverete in giardino formale dell’era Regency piuttosto che in un giardino in stile cottage vittoriano pieno di glicine colorato. Purtroppo io ho visitato il giardino nel mese di febbraio, quindi non il mese ideale per apprezzarlo. In primavera e d’estate deve apparire delizioso, cosí pieno di fiori variopinti ed erbe aromatiche.
(Suggerimento: se siete appassionati di giardini e piante non lasciatevi sfuggire una visita ai meravigliosi Kew Gardens di Londra).
La curiosa storia della statua contestata
Quando l’ho visitato per la prima volta, il Museo della Casa si chiamava Geffrye Museum, in onore dell’uomo che finanziò la costruzione degli ospizi di carità che ospitano la struttura museale.
Ma chi era Sir Robert Geffrye? Nato da genitori poveri in Cornovaglia, dopo essersi trasferito a Londra divenne un commerciante di successo nel commercio di tabacco e schiavi. Nel 1685 fu eletto Lord Mayor di Londra. Quando morí lasciò 10.000 sterline in beneficenza, usate per fondare una scuola e sostenere i poveri del villaggio di Landrake dove nacque. La scuola è ancora in funzione. A Londra i soldi vennero utilizzati per costruire a Shoreditch degli ospizi per le vedove di fabbri, questi sono gli edifici che oggi ospitano il Museum of the Home.
Una statua di Sir Robert è visibile sulla facciata anteriore dell’edificio. Questa statua è stata recentemente motivo di parecchie polemiche.
Molti infatti ritengono che la statua debba essere eliminata in quanto glorifica la figura di Geffrye, un personaggio che fece la sua fortuna col commercio degli schiavi. Altri ritengono che Geffrye fosse un filantropo e che, nonostante le sue colpe, i suoi atti di beneficenza non vadano dimenticati.
Almeno per il momento la statua resta. E personalmente approvo questa scelta. Come molti altri personahgi storici Geffreys ha diverse sfaccettature. È troppo facile dividere il mondo tra buoni e cattivi, dipingerlo in bianco o nero. La storia è complessa e le azioni degli uomini non sono sempre coerenti . Inoltre con il tempo i criteri di giudizio su cosa è giusto e cosa è sbagliato cambiano. L’unico modo che abbiamo per evolvere è cercare comprendere la complessità, e attraverso la conoscenza cercare di non commettere gli stessi errori del passato. Rinnegare e cancellare difficilmente ci porterà ad una crescita morale ed intellettuale.
E voi cosa ne pensate? Secondo voi la statua deve rimanere o no?
Informazioni pratiche:
Il Museum of the Home è facilmente raggiungibile con la metro scendendo alla stazione Hoxton (il museo si trova proprio di fronte all’uscita della stazione), linea Overground.
Biglietti: il museo è gratuito. Viene incoraggiata una piccola donazione. O in alternativa potete contribuire acquistando un souvenir nel bel negozio del museo oppure fermandovi per una snack al cafè (Molly café).
Orari apertura: aperto tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 17. Gli orari possono variare.
Sito web: https://www.museumofthehome.org.uk/
Ciao Simona, sono stata la settimana scorsa a Londra in occasione del giubileo e ho visitato sia questo bellissimo museo che i Kew Gardens dopo aver letto i tuoi meravigliosi post. GRAZIE DI CUORE. Daniela
Grazie davvero Daniela. Le tue parole mi hanno rallegrato la giornata! 😊
Simona, tornerò a Londra per la milionesima volta a Giugno e questo tuo articolo sarà prezioso per visitare questo museo che è nella mia wish list sin da quando si chiamava ancora Geffry Museum Grazie!!